mercoledì 13 ottobre 2010

10 domande al Commissario Scopelliti e agli Assessori regionali della provincia di Cosenza sul Piano di Rientro in sanità.

10 domande al Commissario Scopelliti e agli Assessori regionali della provincia di Cosenza sul Piano di Rientro in sanità.
Il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato a difesa dell’ospedale dell’Alto Jonio di Trebisacce, stanco delle continue offese che è costretto ad ascoltare ogni qualvolta il Commissario Scopelliti parla dell’ospedale di Trebisacce nelle varie esternazioni pubbliche o nelle presentazioni del suo Piano di Rientro in sanità, si sente costretto a porre all’attenzione dello stesso Commissario, della classe politica calabrese e dei “tecnici” e consulenti regionali i seguenti quesiti:
1. Nel Piano di Rientro in sanità, presentato dal Commissario Scopelliti, il Patto Stato-Regione, ovvero il “Patto della salute” 2010-2012 firmato in data 3.12.2009 dal Governo e dalle Regioni fra cui la Regione Calabria, è stato rispettato in modo uniforme per tutti i cittadini calabresi ed in particolar modo per gli abitanti dell’Alto Jonio cosentino? E’ vero che il finanziamento del fondo sanitario regionale avviene per quota pro-capite e che a questo concorrono anche i cittadini dell’Alto Jonio?
2. Al Commissario Scopelliti ed ai suoi “tecnici” risultano, nel corso degli anni, casi eclatanti di malasanità per l’ospedale di Trebisacce tanto da definirlo in modo erroneo ed offensivo “ospedale della morte”?
3. Nel Piano di Rientro alcuni ospedali ad elevato costo di gestione e con popolazione contenuta vengono definiti “Ospedali di montagna” con la tipologia di un ospedale generale e nell’Alto Jonio con 8 comuni su 16 dislocati fra 600 e 1000 metri s.l.m. nel Parco del Pollino, con una orografia molto dissestata e con una popolazione di 60.000 abitanti l’ospedale di Trebisacce come viene considerato?
4. E’ pensabile che un cittadino dell’Alto Jonio per farsi curare nel più vicino ospedale della sua regione debba affrontare in auto un percorso che va da un minimo di 50 Km ad un massimo di 100 Km e per circa la metà su strade di montagna sconnesse e pericolose? Tali distanze e relativi tempi di percorrenza rientrano nella normativa nazionale ed europea sui trasporti sanitari urgenti verso gli ospedali?
5. Il Commissario e i suoi tecnici sono a conoscenza che in molte altre realtà italiane, a vario Governo politico, aree come l’Alto Jonio hanno un’assistenza ospedaliera di tutto rispetto con le modalità di ospedale generale pur essendo vicini, in linea d’aria, ad ospedali più grandi come per esempio si può constatare in Lombardia,Toscana,Veneto, …?
6. Il Commissario ed i suoi tecnici hanno considerato “l’effetto domino sanitario” negativo secondario alla chiusura dell’ospedale di Trebisacce sull’ ospedale di Rossano-Corigliano per ciò che riguarda i ricoveri urgenti,quelli ordinari, le liste di attesa per gli accertamenti diagnostici di 2° livello che andranno a penalizzare non solo gli abitanti dell’Alto Jonio ma di tutta la Sibaritide, in primis Rossano e Corigliano? C’è consapevolezza che l’attuale organizzazione degli ospedali di Rossano e Corigliano ed il depotenziamento dell’ospedale di Trebisacce stanno mettendo già oggi ed ancor più domani a forte rischio la popolazione di 177.000 abitanti della Sibaritide di cui 60.000 abitanti nell’Alto Jonio?
7. Il Commissario ed i suoi tecnici hanno previsto, in una riviera jonica a vocazione turistica e ricca di villaggi vacanze, l’aumento della popolazione nei mesi estivi che nella Sibaritide arriva a 300.000 abitanti e nell’Alto Jonio, in particolare, a 120.000 senza che ci sia sul territorio altra struttura sanitaria pubblica o privata oltre l’ospedale di Rossano-Corigliano?
8. Il Commissario e i suoi tecnici hanno previsto il netto incremento delle “fughe”, in una zona non solo di montagna ma anche di confine, verso l’ospedale di Policoro e quelli pugliesi che ad oggi, con la chiusura di ostetricia e chirurgia a Trebisacce, induce un deficit per mobilità passiva di oltre 9 milioni di euro per il solo presidio di Trebisacce e che sarà destinato a triplicare?
9. E’ vero che alcuni protocolli d’intesa con le regioni limitrofe, di fatto, limiteranno ai cittadini dell’Alto Jonio i ricoveri ordinari negli ospedali lucani e pugliesi penalizzando così la libera scelta nelle cure?
10. E’ stato previsto “l’effetto domino sociale” negativo che la chiusura dell’ospedale di Trebisacce può produrre nell’Alto Jonio e nella Sibaritide? Precisamente:
a) Accentuazione dello spopolamento delle zone montane verso la marina per tutelare la propria sicurezza sanitaria ed aumento del dissesto geo-ambientale;
b) Doppio aumento della spesa sanitaria delle famiglie per trasferimento giornaliero dei familiari o soggiorno in altre città della regione o nazionali anche per interventi routinari e per perequazione dell’assistenza extraregionale;
c) Impoverimento culturale del territorio per la perdita di una classe professionale media-alta ed accentuazione della fragilità economica;
d) Frantumazione del concetto di Sibaritide con contrapposizioni zonali ed innesco di derive secessionistiche verso la Basilicata.
A queste e ad altre domande i cittadini dell’Alto Jonio aspettano una risposta dal Commissario, dagli Assessori regionali della provincia di Cosenza e dai” tecnici” e consulenti regionali.
Il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato a difesa dell’ospedale dell’Alto Jonio di Trebisacce è disponibile ad un confronto pubblico su questi temi. Convinti che c’è bisogno di un cambiamento nella sanità calabrese si auspica che ciò sia in meglio e non penalizzi alcuni a vantaggio di altri.
Per ragionare bisogna sapere e quindi l’informazione necessita di ascolto che finora non c’è stato.
La tutela della salute è un servizio che lo Stato e la Regione deve garantire almeno con i livelli essenziali di assistenza e non con calcoli matematici che si modificano secondo il proprio tornaconto. L’Alto Jonio confida nella forza del ragionamento su dati obiettivi ed anche sul buon senso. L’efficienza della sanità si ottiene con la lotta allo spreco ma anche con gli investimenti, sempre assenti nell’Alto Jonio, e talora i tagli sbagliati inducano un netto incremento della spesa e dell’inefficienza.

Queste domande ed un dossier comprendente tutti i documenti tecnici elaborati dalle Associazioni, la diffida e la Class Action già presentata, la rassegna stampa di un anno di lotta ed una completa documentazione fotografica sarà trasmesso per opportuna conoscenza oltre che ai diretti interessati anche ai seguenti soggetti istituzionali: Presidente della Repubblica, Ministro della Salute, Presidente Tavolo Massicci Ministero dell’Economia, Presidente Conferenza Stato-Regione , Presidente Commissione sanità di Camera e Senato, Presidente della Commissione degli errori in sanità, Presidente della Regione Lombardia, Agenas-Agenzia Nazionale Sanità, Direttore Generale degli ospedali della Calabria, Presidente ANCI della provincia di Cosenza, Sindacati provinciali medici e di categoria.