Il coordinamento delle associazioni, esprime ancora una volta grande rammarico, per quanto accaduto nei giorni scorsi, ci troviamo davanti a un ennesimo episodio di “malasanità annunciata”. Non è concepibile che ancora oggi in Calabria si debba morire, dopo aver girovagato per raggiungere, con la propria auto, un presidio sanitario adeguato.
Naturalmente subito alcune riflessioni:
- se il reparto di ginecologia di Trebisacce fosse stato operativo molto probabilmente la bimba si sarebbe salvata;
- in alternativa se i genitori si fossero recati direttamente a Policoro, avrebbero certamente accorciato i tempi ed aumentato le probabilità di sopravvivenza, in quanto per Policoro da Amendolara occorrono circa 30 minuti, mentre per Rossano ne occorrono minimo 60 se non c’è traffico.
- se poi consideriamo che negli Ospedali di Rossano e Corigliano, a distanza di otto Km l’uno dall’altro, vi sono due Reparti funzionanti di Ostetricia e Ginecologia, mentre in una vasta area quale è quella dell’Alto Jonio con 17 Comuni di cui la maggior parte montani, attualmente non c’è possibilità di far fronte alle urgenze-emergenze Chirurgiche di nessun tipo (né chirurgiche, né ostetrico-ginecologiche).
Alla luce di questo ultimo episodio e di altri precedenti episodi che solo per un caso hanno avuto un esito più fortunato, le associazioni di Trebisacce ribadiscono con forza alle istituzioni regionali e locali la necessità urgente ed imprescindibile della riapertura del reparto di ostetricia e ginecologia e della chirurgia, che strutturalmente sono a norma e che purtroppo non possono essere utilizzate solo perché ritardi di natura burocratica hanno impedito la immediata messa a norma delle sale operatorie.
Le associazioni di Trebisacce formulando gli auguri di buon lavoro alla 3° commissione per il lavoro certosino avviato sugli ospedali e che ha dimostrato sensibilità, competenza e professionalità, chiedono alla stessa che tenga in debito conto sia la situazione orografica dell’alto jonio, sia la posizione strategica del Presidio di Trebisacce, che se potenziato come fino ad oggi non è stato mai fatto, può veramente contribuire in modo significativo all’abbattimento della mobilità sanitaria (nove milioni di euro solo dal Distretto di Trebisacce di cui cinque milioni verso Puglia e Basilicata) .
le dichiarazioni di Scopelliti sul quotidiano di oggi lasciano esterefatte tutte le associazioni ela società civile di Trebisacce. Anziché incolpare le inefficienze della Azienda Sanitaria che dal Luglio 2009 avrebbe dovuto con procedura d’ urgenza eliminare immediatamente gli inconvenienti riscontrati dai NAS nelle sale operatorie e garantire l’ erogazione dei LEA anche nell’ Alto Ionio , il presidente fa esattamente il contrario. Infatti la neonata si sarebbe salvata se a tre bisacce fossero state funzionanti le sale operatorie ed i reparti di chirurgia e di ostetricia. In seconda ipotesi la neonata si sarebbe salvata anche se a Rossano fosse stata attivata la neonatologia da tempo promessa e che in effetti attualmente è di riferimento solo sulla carta. Ci dispiace che la politica continua ad essere cieca e sorda di fronte all’evidenza e se si continua così ci resterà da fare solo una forte mobilitazione dei cittadini dell’Alto ionio.