Le Associazioni di Volontariato di Trebisacce, riunitesi in data 10.11.2009 per la definizione dello
sciopero generale dell’11.11.2009 a sostegno del Presidio Ospedaliero - Alto Jonio, unanimemente
sottoscrivono il suddetto documento nei punti di seguito riportati.
1. Nell'ambito dell'ASP di Cosenza la “Fascia Jonica” che va dalla provincia di Crotone a quella di Matera, ha una sua peculiare identità geografica e distribuzione comunale che non può essere
"diluita" con Cosenza o con l'area del Pollino ne tanto meno con la “fascia tirrenica”.
Già altri importanti Enti identificano la loro operatività con questa zona tanto che è in atto da
parte di tutti i comuni la richiesta di istituire la nuova Provincia della Sibaritide! Nei 110 chilometri che vanno da Cariati a Rocca Imperiale ci sono 4 ospedali e la vera anomalia è quella di Rossano e Corigliano che hanno due ospedali a distanza di meno di 10 chilometri. E' pur vero che è stato previsto il nuovo ospedale a metà strada ma è ancora lontana la sua realizzazione con 350 posti letto. L'ospedale di Trebisacce dista dai 2 ospedali suddetti circa 40 chilometri e raccoglie l'utenza di 17 comuni, in prevalenza disagiati per viabilità in quanto montani (700-1000 m. s.l.m) che distano a loro volta da Trebisacce fino a 50 chilometri senza contare che l'ospedale di Trebisacce, da un punto di vista strategico, si trova ai confini con la Regione Basilicata dove opera un buon ospedale, a Policoro, di facile accesso per viabilità e vicinanza.
2. La Giunte Regionale della Calabria, in data 10.09.09, ha approvato il Piano di rientro (Piano di
razionalizzazione e riqualificazione del servizio sanitario regionale) successivamente presentato al governo nazionale. Con tale Piano ha indicato le linee essenziali della programmazione sanitaria per i prossimi anni. In tale documento parte importante ha il riordino della rete ospedaliera per la quale peraltro si annuncia la riconversione di circa venti ospedali per acuti, la cui individuazione avverrà entro 90 giorni (10 dicembre). Nel Piano di rientro si indicano fra l'altro i parametri di riferimento dei posti letto ospedalieri per acuti per la riabilitazione e la lungodegenza, fissando al 3 per mille quelli per acuti e 0,8 per mille quelli per la riabilitazione e la lungodegenza. Anche sulla base di tali parametri non può essere fatta una programmazione che sia avulsa dalla esigenza di garantire i livelli essenziali di assistenza e conseguentemente una adeguata offerta di servizi ai cittadini. Tutta la “Fascia ionica” (Cariati- Rocca Imperiale) conta normalmente circa 180.000 abitanti che nel periodo estivo raddoppiano (350.000) per la presenza di villaggi turistici e rientri di emigranti. Se tale popolazione viene rapportata alla più stretta necessità di posto letto che attualmente è del 3,8 per mille abitanti ne scaturisce l'esigenza di avere almeno 700 posti letto. Il nuovo ospedale da costruire è stato programmato per 350 posti letto che di gran lunga non soddisfano le esigenze di ricovero per la popolazione dell'intera zona dell'ex ASL di Rossano. Infatti il P.S.R. approvato dalla Giunta Regionale, ma non dal Consiglio, operava la scelta di conservare e potenziare l'ospedale di Trebisacce come ospedale per acuti con 72 p.l. sia per soddisfare la domanda degli abitanti dell'Alto Jonio sia per evitare le "fughe" verso la Basilicata (Policoro). Del resto occorre considerare che l'area dell'Alto Ionio ha perduto 100 p.l. dal privato (Clinica di Sibari). La “Fascia ionica” e l'Alto Ionio non possono essere penalizzati dalle Case di Cura private esistenti in altre zone dell'ASP di Cosenza (“…in Calabria ci sono 37 presidi pubblici e 36 privati e questi ultimi in alcune realtà superano i presidi pubblici come appunto a Cosenza fino ad arrivare al paradosso di Crotone dove ci sono 6 Case di Cura private ed un solo presidio pubblico”) ne tanto meno da gestioni allegre.
In tale contesto può essere utile evidenziare i livelli di offerta ospedaliera nel territorio della
ex ASL di Rossano.
ABITANTI NELLA EX ASL DI ROSSANO AL 2006: 176.097
POSTI LETTO UFFICIALMENTE ESISTENTI PL ATTUALMENTE ATTIVI
PO di Corigliano 154 112
PO di Possano 153 102
PO di Cariati 76 54
PO di Trebisacce 77 28
Totale 460 296
Occorre considerare che l’ex ospedale di Cassano è stato già riconvertito in Hospice con 10 p.l., e che non esistono più i 100 posti letto della Casa di Cura di Sibari poiché chiusa ed inoltre l’assenza di altre cliniche private sul territorio.
Il nuovo PSR approvato dalla giunta negli ultimi mesi del 2007 (ma non dal consiglio) prevede:
Nuovo ospedale della sibaritide 330 p.l.
Cariati 110 p.l. di cui 30 per acuti
Trebisacce 72 p.l.
Totale 512 p.l.
Nel Piano veniva indicata la permanenza e la riqualificazione dell'ospedale di Trebisacce anche come ospedale di "confine" finalizzato a soddisfare l'utenza di una popolazione distante ed in territorio montano:
-ad integrare i posti letto per acuti del nuovo ospedale,
-ad evitare le "fughe" verso la Basilicata.
Considerando che i parametri di riferimento del Piano di rientro sono del 3 per mille abitanti per gli acuti e dello 0,8 per mille per la riabilitazione e la lungodegenza l'offerta di posti letto per l'area di 176.097 abitanti dovrebbe essere:
586 p.l. per acuti
141 p.l. per riabilitazione e lungodegenza
727 p.l. totali
Tale cifra va abbattuta di una certa quota da assegnare alle aziende ospedaliere di riferimento che
in ogni caso non potrà essere esorbitante se si vogliono rispettare i livelli essenziali di assistenza.
3. L'ospedale di Trebisacce, come detto, è di riferimento per 17 comuni con una popolazione di circa 60.000 abitanti e in Italia sono note altre realtà geografiche simili con una popolazione
anche inferiore che possiedono ospedali ben funzionanti pur essendo a distanza di 30-50 chilometri da altri ospedali più grandi e di riferimento. Quello che risulta molto importante è il
sistema di rete e l'ospedale di Trebisacce è favorevole a questa impostazione nel rispetto dei
LEA.
4. Per l’ospedale di Trebisacce la situazione attuale è molto rischiosa da un punto di vista assistenziale non solo per i residenti ma anche per i ricoverati. Se poi si aggiunge il mancato
rinnovo di alcune attrezzature o la sfiducia delle popolazioni e degli operatori si capisce che
questa situazione di stallo non può durare oltre.
5. Infine occorre tener ben presente che il nuovo ospedale della Sibaritide, di là da venire non sarà
certo in grado di soddisfare la domanda di ricovero per acuti della zona con i suoi 350 p.l..
Nella fase attuale a maggior ragione non si può procedere a politiche di strisciante dismissione
di reparti e di attività come purtroppo sta accadendo. Questo produce immediata negazione
dell'assistenza ai cittadini.
CONCLUSIONI
A fronte di quanto detto, ciò che risulta indispensabile al momento è:
(a) La Regione nella programmazione della rete ospedaliera, attraverso la esplicitazione al Piano
di Rientro, deve prevedere la permanenza e il rilancio dell'ospedale di Trebisacce, così come
indicato dal P.S.R. approvato dalla Giunta.
(b) L'ASP di Cosenza deve dare immediato corso ai lavori di messa a norma delle sale operatorie
secondo quanto indicato dai NAS nel luglio scorso e come il DG si era inizialmente impegnato a
fare con i sindaci.
(c) impensabile ritenere che, a regime, il fabbisogno di posti letto per acuti per una popolazione
di 176.097 abitanti possa essere soddisfatto con i p.l. del nuovo ospedale della Sibaritide per il
quale sono previsti 350 p.l.
(d) Nella fase attuale e fino alla costruzione del nuovo ospedale occorre garantire un’offerta di
posti letto adeguati (non inferiori comunque ai parametri del PSR). Da ciò si deduce l’indispensabilità della piena operatività dell’ospedale di Trebisacce sia nella fase attuale che a
regime. Ripristinare i reparti preesistenti e la piena operatività di tutti i posti letto ed i servizi,
accantonando la voglia di fare dell’ospedale di Trebisacce un mero punto di primo intervento.
(e) programmare il rilancio e la qualificazione dell’ospedale in tutte le sue articolazioni (Medicina con sezione Oncologica, Nefrologia e Dialisi, Cardiologia-Pneumologia, Chirurgia Generale e/o specialistica, Ostetricia e Ginecologia, Ortopedia e/o Traumatologia di nuova istituzione, Rianimazione, nonché tutti i servizi di riferimento) anche attraverso la rapida copertura dei Direttori e dirigenti di Struttura, in modo di essere un polo di attrazione.
(f) Infine la situazione attuale che vede un numero di posti letto effettivamente attivi pari a 296
per l’intera area della fascia ionica e 28 per Trebisacce si configura come una vera e propria
grave deficienza di offerta che non garantisce i livelli essenziali di assistenza.
PROPOSTE - RICHIESTE
Premesso che il D.l.vo n. 229/99 recita all’art. 1, comma 2: “Il Servizio sanitario nazionale assicura, attraverso risorse pubbliche e in coerenza con i principi e gli obiettivi indicati dagli articoli 1 e 2 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, i livelli essenziali e uniformi di assistenza (LEA) definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze, nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse” e che comunque i LEA debbono essere uniformemente garantiti su tutto il territorio nazionale e all’intera collettività, tenendo conto delle differenze nella distribuzione delle necessità assistenziali e dei rischi per la salute.
Alla luce delle considerazioni esposte, le associazioni, in coordinamento tra di loro in difesa dell’Ospedale di Trebisacce formulano la seguente proposta e considerazioni:
Proposta:
Proposta base:
1. Pieno rispetto del documento sottoscritto dalla conferenza dei Sindaci nel 2006 con l’allora Direttore Generale, rappresentante legale pro tempore della Azienda sanitaria.
2. Dotazione del Presidio di Trebisacce di almeno 100 posti letto con previsione già nel piano di rientro in corso di elaborazione alla Regione Calabria.
3. Attuazione immediata delle prescrizioni di luglio 2009 dei NAS per mettere a norma le due sale operatorie.
4. Riapertura immediata del Blocco operatorio, dei reparti di Ostetricia e Ginecologia e della Chirurgia generale e revoca della delibera di luglio 2009.
5. Potenziamento del Reparto di Medicina.
6. Potenziamento del Reparto di Cardiologia/UTIC;
7. Potenziamento e riorganizzazione di tutto il sistema di emergenza territoriale.
8. Dotazione del personale e delle attrezzature necessarie nonché di nuove tecnologie adeguate alla corretta gestione dei casi clinici per far si che l’ospedale di Trebisacce possa erogare prestazioni di qualità.
Indirizzi di specializzazione:
da valutare anche dopo l’accettazione della proposta base, di concerto con le istituzioni Aziendali e regionali in funzione del fabbisogno e della mobilità sanitaria dalle stesse individuato, tra cui:
9. Eventuale modulo di chirurgia vascolare perché non presente sul territorio;
10. Eventuale modulazione di una chirurgia generale e/o di urgenza e/o laparoscopica a supporto del vasto territorio di riferimento.
11. Eventuale attivazione di un Day Surgery oculistico annesso al reparto Chirurgico.
12. Eventuale attivazione di un reparto di Traumatologia per come previsto nel vecchio piano sanitario, e per l’alto tasso di incidenti stradali dell’area.
13. Eventuali altre specialità da considerare quali Pneumologia, Oncologia, Gastroenterologia, Dermatologia.
14. Attivazione di eventuali posti di Riabilitazione e/o lungodegenza.
Considerazioni:
1. Le Associazioni si chiedono come mai è stato disatteso il documento sottoscritto dalla conferenza dei sindaci nel 2006?
La conferenza dei Sindaci convocata per l’occasione, nel 2006, riuscì a sottoscrivere un documento con l’allora Direttore Generale: in questo documento si accettava la nuova sede a condizione che l’Ospedale si chiamasse “NUOVO” e non Unico, che tale presidio fosse previsto in sostituzione dei soli Presidi di Rossano e Corigliano, che fosse dotato di 300 posti letto e non 500 come previsto, ed a condizione che i rimanenti 200 posti letto fossero Distribuiti tra i Presidi di Cariati e Trebisacce, che sarebbero rimasti Ospedali per acuti e sarebbero stati potenziati.
2 Una mancanza di sensibilità da parte delle istituzioni verso la richiesta di tutela del diritto alla salute e del rispetto dei LEA comporterà iniziative da parte della società civile finalizzate al trasferimento del territorio dell’Alto Jonio, da Cassano fino a Rocca Imperiale, alla regione Basilicata, (art. 132 Cost. comma 2 e L. 352/70) che risulta molto più agevole raggiungere sia per le distanze, che per la comodità delle vie di comunicazione al momento esistenti tenendo conto che anche l’ospedale di Policoro dista solo 30 KM da Trebisacce, meno cioè che da Rossano.
Prima che sia troppo tardi, poiché la Regione con il Piano di rientro sta già lavorando sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, le Associazioni chiedono a tutte le istituzioni di fare fronte comune con il movimento in corso perché soltanto uniti si riuscirà a far valere il diritto alla salute ed ai livelli minimi di assistenza di tutti i cittadini dell’ Alto Jonio.
F.to LE ASSOCIAZIONI ADERENTI