sabato 28 novembre 2009

A Sua Eccellenza Reverendissima, Mons. Vincenzo Bertolone, Vescovo di Cassano.

Eccellenza ,
le scrivo a nome e per conto dell´ASSOPEC, associazione degli
operatori economici di Trebisacce, che presiedo, e di tutte le
associazioni culturali, di volontariato,
di categoria e sportive, riunite allo scopo di difendere l´Ospedale
Guido Chidichimo di Trebisacce. Sento di scriverle anche a nome di
tutti gli ammalati, i sofferenti ed i loro parenti, di tutta la nostra
Diocesi, che attraverso le nostre associazioni, stanno trovando voce.
Come Lei saprà, è in atto un´azione di forte ridimensionamento della
nostra struttura sanitaria, che non può che precludere alla sua
prossima chiusura.
La regione è in crisi finanziaria, e taglia dove può: appunto.
Taglia dove può, politicamente, e non dove dovrebbe, in base alla
giustizia umana
ed alla Carità Cristiana.
Pensi che l´area di Cosenza ha una dotazione di posti letto pari a 5,3
ogni 1000 abitanti, mentre, attualmente, nell´Alto Jonio siamo a 1,6
ogni mille abitanti, quando il minimo legale è di 3,8 .
Per grazia di Dio, l´11 novembre scorso, io e gli altri presidenti
delle 20 associazioni
che collaborano per salvare il nostro Ospedale, siamo riusciti ad
organizzare una pacifica manifestazione che ha portato in piazza
almeno 5000 persone, coinvolgendo anche i Sindaci di 17 comuni,
compreso quello di Cassano.
Come Lei potrà immaginare, la mia famiglia ha inserito l´Ospedale
nelle intenzioni del nostro Santo Rosario quotidiano.
Ho un grande desiderio: vorrei che le 4 Parrocchie di Trebisacce
prendessero parte a
questa causa giusta e caritatevole. Si parla tanto di terzo mondo, che
a volte ci scordiamo del nostro prossimo immediato.
E´ un momento di emergenza.
Occorre mobilitarsi tutti assieme, abbattendo steccati e preconcetti.
Le sottopongo una mia proposta:
se Lei celebrasse una Messa nella Cappella dell´Ospedale, alla
presenza di tutti i Parroci di Trebisacce, e magari anche quelli di
tutti i paesi interessati, parlando ai fedeli di questa urgente
questione, credo fortemente che sarebbe un´opera di bene, grande ed
importante.
Quanto le sofferenze andremmo a lenire, nelle nostre già disagiate
contrade, se il nostro intento di mantenere l´Ospedale, per Grazia di
Dio, si attuasse.

Mi scuso per la mia impudenza, e per la forma di questa mia, che non
avvezzo a contatti con persone della Sua levatura, Le risulterà
proterva e sgraziata;
La prego di non soffermarsi sulla forma, ma di badare al contenuto.
Vorrei poterle parlare del tutto di persona, e se Lei volesse venire
incontro a quanto da me proposto, o compiere qualsiasi altro gesto di
Sua iniziativa, io sono a Sua disposizione.
Una cosa le chiedo: preghi per noi.

devotamente
Walter, Yuumi e Sofia Astorino