mercoledì 4 maggio 2011

Le vignette di Lorenzo Gugliotti



sabato 30 aprile 2011

Sanità regionale, bocciato il piano di rientro

«La verifica annuale del piano di rientro della regione Calabria per l’anno 2010 ha esito negativo». E' quanto emerge dal verbale delle riunioni di febbraio e marzo 2011 che hanno visto il commissario per l’attuazione del piano di rientro dal debito sanitario della Calabria, Giuseppe Scopelliti, a confronto con il Tavolo interministeriale Massicci e il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza. Dall’istruttoria effettuata dal Comitato e dal Tavolo Massicci (che ha il compito di verificare l’attuazione del piano di rientro) si arriva a concludere che «il processo di risanamento strutturale» della sanità «non appare consolidato», anche se per quanto riguarda la definizione delle reti «appare correttamente impostato in via generale».
La Calabria però, potrà accedere all’anticipazione di liquidità per coprire in parte il debito. L’anticipazione potrà ammontare fino a un massimo di 500 milioni di euro. Anche se non si esclude un ribasso della somma «in relazione all’andamento del tasso di interesse e alla copertura disposta dalla Regione». L’entità della copertura - da formalizzare con contratto di prestito trentennale - sarà valutata dal ministero dell’Economia «anche in considerazione del fatto che la gestione corrente risulta pesantemente gravata dagli oneri» determinati dai ritardi dei pagamenti che prospettano il «pericolo di compromissione dell’intero processo del pagamento del debito pregresso».
La Regione, intanto, in base a due leggi regionali (una del 2009 e una del 2011) ha individuato una quota di entrate in libera disponibilità: si tratta di una somma di 30 milioni relativa all’imposta regionale sulla benzina per autotrazione e alla tassa automobilistica regionale per la copertura del mutuo trentennale. Dunque, si fa leva sul gettito fiscale. E sempre a questo strumento si rimanda a proposito dell’entità del debito maturato dal primo gennaio 2006 al 31 dicembre 2010: si tratta di un disavanzo «non coperto» e «valutato in 1.046,983 milioni di euro», quindi poco più di un miliardo. Proprio alla luce di questo disavanzo, Tavolo Massicci e Comitato arrivano a concludere che «si prefigurano le condizioni per l’applicazione degli automatismi fiscali previsti dalla legislazione vigente, vale a dire l’ulteriore incremento delle aliquote fiscali di Irap e addizionale regionale Irpef per l’anno di imposta in corso, nelle misure rispettivamente di 0,15 e 0,30 punti».
Inoltre, stando così le cose, si prefigurano le condizioni per «l’applicazione del blocco automatico del turnover del personale del servizio sanitario regionale fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in corso».
A Roma si è discusso anche della richiesta della Regione di poter accedere ai Fondi Fas (i fondi per le aree sottoutilizzate) relativi ai programmi di interesse strategico in linea con delibera Cipe del 2009. La richiesta - avanzata per coprire in parte il debito - è stata esclusa perché, tenuto conto dello stato dell’arte per quanto riguarda il risanamento contabile della sanità, «in tali termini non si sono verificate le condizioni per l’erogazione».
Tavolo Massicci e Comitato hanno prospettato alla Regione una prossima riunione per discutere ancora del cronoprogramma degli interventi da mettere in campo.

Il Quotidiano della Calabria 30 aprile 2011

giovedì 24 marzo 2011

Scopelliti visita tre ospedali nel reggino, non chiuderanno

SIDERNO (REGGIO CALABRIA), 24 MAR - ''Non chiuderanno ma saranno riconvertiti i sei ospedali interessati dal piano di rientro sanitario''.

A ribadirlo e' stato il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, che stamani ha visitato tre ospedali nel reggino (Siderno, Taurianova e Polistena) interessati alla riconversione prevista nel piano. Il Governatore ha assicurato che le strutture resteranno presidi ospedalieri. A Polistena Scopelliti, dopo una visita nei reparti, ha inaugurato il nuovo pronto soccorso. (ANSA).

giovedì 10 febbraio 2011

Indagati i vertici ASP Provinciali

INFORMAZIONI DI GARANZIA AI VERTICI PROVINCIALI DELL’A.S.P. - ABUSO D’UFFICIO PER IRREGOLARE STABILIZZAZIONE DI PERSONALE PRECARIO. INDAGINI DELLA GUARDIA DI FINANZA.

Sotto accusa i vertici dell’Azienda Sanitaria provinciale per avere stabilizzato 439 unità di personale precario benché privi di determinati requisiti soggettivi ed oggettivi di posizione per legge richiesti. La Procura della Repubblica cosentina ha concluso le indagini, coordinate dal Procuratore capo Dario Granieri, dal Procuratore aggiunto Domenico Airoma, nonché dal Sostituto Procuratore Adriano Del Bene. I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza che hanno indagato, hanno provveduto a consegnare ai vertici pro-tempore della A.S.P. di Cosenza (Direttore Generale, Direttore Sanitario, Direttore Amministrativo responsabile delle risorse umane, Responsabile dei procedimenti amministrativi) le informazioni di garanzia poiché indagati in concorso per le ipotesi d’abuso d’ufficio con riguardo al complesso “affare” delle “stabilizzazioni”. Il tutto si sarebbe dovuto perfezionare in applicazione delle normative di rango nazionale e regionale in deroga al principio di accesso nella p.a. tramite concorso pubblico. Le ipotesi delittuose d’abuso d’ufficio hanno riguardato diversi casi di assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori precari privi dei requisiti di legge tra cui anche la figlia di uno dei componenti la dirigenza. Nel dettaglio, la complessa attività investigativa delle Fiamme Gialle, ove sono state vagliate le posizioni di tutti i lavoratori interessati al contesto di specie, ha consentito di appurare come, comunque, nella loro interezza le procedure adottate dagli indagati fossero connotate da gravi e diffuse irregolarità. Tra le tante, la stabilizzazione di unità di precariato riveniente dai rapporti di lavoro cc.dd. “co.co.co.” in assenza di qualsiasi requisito di legge avendo previsto il legislatore, in questo caso, l’adozione di procedure concorsuali per il passaggio al rapporto di lavoro a tempo determinato. Ancora, l’inquadramento di figure professionali che lo stesso contratto collettivo nazionale prevedeva in esaurimento e, quindi, destinate a spirare senza poter essere né rinnovate, nè, a maggior ragione, stabilizzate e per le quali si è usato l’escamotage del cambio di qualifica a favore dei “beneficiari” così da ottenere il risultato voluto. Infine, i contratti di assegni di ricerca, altra tipologia categoricamente esclusa dal novero delle possibili regolarizzazioni, vincolato all’obiettivo (ricerca) e alla persona contrattualizzata per un periodo stabilito e determinato nel tempo (anche in caso di unico rinnovo) e destinato ineludibilmente a spirare e, quindi, non “stabilizzabile”. I certosini approfondimenti d’indagine, in definitiva, hanno consentito di ipotizzare e segnalare anche alla Magistratura contabile catanzarese un danno erariale, consistito nelle retribuzioni lorde corrisposte al personale illegittimamente regolarizzato, ammontante ad oltre 14 milioni di euro ed in capo ai componenti gli organi di vertice pro-tempore dell’ente in questione, nonchè ai dipendenti dell’A.S.P. che hanno partecipato ai lavori della commissione valutativa per le stabilizzazioni. Tra gli stabilizzati vi sono parenti stretti di politici che hanno trovato questo escamotage senza tenere conto dello stato di disagi di tanti altri giovani meritevoli che aspettano la sistemazione.
9 febbraio 2011.

Alessandro Alfano