Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola. (Paolo Borsellino)
venerdì 18 dicembre 2009
Trasferimento della Culla Termica
Impariamo i nomi degli strumenti sanitari presenti all’interno dei pseudo, ormai, reparti dell’ospedale “G.Chidichimo”. Non è un corso di formazione rivolto ai cittadini, ma a causa dei continui trasferimenti di strumenti dall’ospedale verso altri presidi, ci si imbatte con strumenti noti e a volte meno noti. Questa volta, giovedì 17, tocca acquisire il termine di “culla termica” per neonati, utilizzata nel reparto di ostetricia-ginecologia. L’ennesimo scippo non è sfuggito ai presidenti delle associazioni che, ormai da sentinelle stabili del presidio, hanno immediatamente dato l’allarme. Per provvedimento del direttore sanitario, Carino Pierluigi, la ‘culla termica’ da Trebisacce si sposta a Corigliano. Lorenzo Gugliotti ,dipendente in servizio,avendo ricevuto tale ordine dal superiore prepara la culla in attesa dell’arrivo dell’auto da Corigliano. Alle 20,15 arriva con una Punto di servizio, Arcidiacono Agostino, autista del 118 per ritirare la culla. La cosa non va giù però ad Antonio Paolino dipendente e sindacalista Fials che telefona, alle 20,30, al Direttore Sanitario Carino per contestare che la Punto non è idonea al trasporto dell’apparecchio elettro-medicale. Lo stesso autista dimostra incertezza perché solo con la culla è certo di farcela ,ma con il carrello diventa complicato il trasporto. In conclusione l’autista contatta chi di competenza e riferisce di ritornare domani con altro mezzo idoneo. Tra il personale serpeggia un bel po’ di malcontento,a causa di questi continui ‘scippi’, e si sentono anche dire:”Ma perché non presentate domanda di trasferimento?”. Inoltre ci viene riferito che mercoledì diversi capi dipartimento sono venuti ad ispezionare i reparti. Si fa il nome di Toma,di Musca, di Guarasci, di Taverna, di D’Angelo ecc. E ci si chiede il motivo, ma la risposta che arriva dai presenti è: ”per vedere cosa è possibile ancora prendersi da quest’ospedale che chiuderanno dopo le prossime elezioni regionali”.
Franco Lofrano
martedì 15 dicembre 2009
sabato 12 dicembre 2009
giovedì 10 dicembre 2009
Ulteriore scippo evitato
Ancora un tentativo di ‘scippo’ per indebolire i servizi ospedalieri ai danni del già moribondo “G. Chidichimo”. Questa volta tocca agli strumenti per la riabilitazione ubicati in una stanza all’interno del reparto di chirurgia al primo piano. E’ di ieri la lettera a firma del Direttore Sanitario e primario del reparto di Dialisi Dottore Milei Michele,che con prot. N. 530 del 10/12/2009 scrive al responsabile dell’U.O. di Anestesia e riabilitazione dottore Loricchio che: “Su comunicazione del Direttore Generale si trasferiscono presso l’U.O.S di riabilitazione sita in Amendolara le apparecchiature di fisiokinesiterapia in dotazione presso l’U.O. di Anestesia e Riabilitazione del Presidio Ospedaliero di Trebisacce”. Sono strumenti utili per la fisioterapia del dolore:artrosi, cervicale, ecc. E’ vero anche che dal gennaio 2007, per carenza di personale,gli strumenti non vengono usati. E’ vero però che nell’ultimo periodo ogni movimento sembra apparire lecito per depotenziare la struttura ospedaliera e le associazioni culturali, di categoria e di volontariato sorvegliano attivamente ogni movimento e da qui immediatamente hanno avvisato il sindaco Mariano Bianchi che portatosi sul posto per via breve ha contattato il dottore Milei con il quale ha chiarito l’episodio e concluso il dialogo con l’intesa verbale di incontrarsi lunedì prossimo per revocare l’atto e bloccare il trasferimento degli strumenti. Walter Astorino, presidente dell’assopec,dichiara:”Sono fiducioso. Si è creata una sorta di sinergia tra le associazioni tutte e le autorità che così come si è bloccato lo ‘scippo’ dell’ambulanza di tipo A, si risolverà anche quest’altro”. Il direttore Generale, Franco Petramala, non perde occasione per trasferire strumenti e risorse umane in altri presidi ospedalieri, e questo è un fatto. E’ la logica del manager,sicuramente, ma che contrasta con la domanda dei cittadini del territorio. In questa situazione calda è anche facile puntare l’indice e far diventare la questione squisitamente politica e non manca chi vorrebbe un sindaco “mago” pronto a risolvere tutto e subito con la bacchetta magica,ma la realtà è fatta anche di burocrazia e non di solo volontà personale.
Franco Lofrano
venerdì 4 dicembre 2009
Asta politica per il “G. Chidichimo"
Asta politica per il “Chidichimo”. Chi offre di più?
Con l’approssimarsi delle regionali, è lecito chiedere a chi si candiderà, cosa intende offrire all’alto jonio, in termini di tutela del diritto alla salute.
Uno stipendio importante di svariate migliaia di euro spetterà agli “eletti”, che va guadagnato e meritato!
Ed allora via alle offerte: qualcuno si accontenta di intervenire sul nostro Ospedale
accettando progetti dequalificanti e riduttivi, che ci porterebbero, se attuati, ad offrire 25 posti letto circa, cioè alla chiusura, non subito, ma entro poco tempo.
E poi, un Ospedale senza Chirurgia, se permettete, è come un bar che non fa il caffè: chi ci va? Allora è appurato che la sala operatoria per il pronto soccorso è troppo poco, come è poco il mantenimento dei reparti attualmente
aperti, cioè Cardiologia e Medicina più i servizi.
Ci sono altre offerte? Il minimo d’asta, però, è già fissato, dalla Legge.
Si tratta dei L.E.A., ovvero Livelli Minimi di Assistenza, che lo Stato è tenuto ad
erogare sul territorio. Questo concetto assieme alla volontà di ripristino dei reparti
storicamente esistiti, nonché la nomina dei primari e l’istituzione di almeno una specialistica, è esaustivamente trattato nel documento redatto dalle associazioni di Trebisacce, presentato l’11 novembre scorso di fronte ai 5mila manifestanti di piazza della Repubblica, e consegnato ufficialmente a tutti i 17 sindaci del comprensorio.
Ecco chi ha aderito, ad oggi, al nostro documento: Nocara, Montegiordano, Oriolo, Castroregio, Villapiana, Albidona, Cassano. Ringraziamo, e intanto siamo in attesa fiduciosa, dell’adesione
delle restanti amministrazioni.
E Trebisacce? sede della struttura e comune capofila del distretto sanitario,
al contrario di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, non si è ancora espressa a riguardo.
La riunione organizzata dal Comune di Trebisacce in data 27/11/2009 ha deluso le associazioni perchè non operativa. Un’ occasione persa per poter finalmente discutere e confrontarsi sul nostro documento, il cui contenuto riassumiamo per punti:
1. Dotazione del Presidio di Trebisacce di almeno 100 posti letto con previsione già nel piano di rientro in corso di elaborazione alla Regione Calabria.
2. Attuazione immediata delle prescrizioni di luglio 2009 dei NAS per mettere a norma le due, e dico due, sale operatorie.
3. Riapertura di tutti i reparti chiusi, compreso l’intero blocco operatorio.
4. Potenziamento dei reparti esistenti.
5. Proposte tecniche (già elaborate) per le specialistiche.
Al di sotto di queste richieste, estrapolate dai minimi legali della normativa vigente, l’ospedale è condannato inevitabilmente alla chiusura.
Questo concetto è stato ormai recepito dai più, perché Trebisacce continua ad ignorarlo?
Questo è quanto. Il resto è miopia o cinico calcolo politico.
Le associazioni di Trebisacce.
Con l’approssimarsi delle regionali, è lecito chiedere a chi si candiderà, cosa intende offrire all’alto jonio, in termini di tutela del diritto alla salute.
Uno stipendio importante di svariate migliaia di euro spetterà agli “eletti”, che va guadagnato e meritato!
Ed allora via alle offerte: qualcuno si accontenta di intervenire sul nostro Ospedale
accettando progetti dequalificanti e riduttivi, che ci porterebbero, se attuati, ad offrire 25 posti letto circa, cioè alla chiusura, non subito, ma entro poco tempo.
E poi, un Ospedale senza Chirurgia, se permettete, è come un bar che non fa il caffè: chi ci va? Allora è appurato che la sala operatoria per il pronto soccorso è troppo poco, come è poco il mantenimento dei reparti attualmente
aperti, cioè Cardiologia e Medicina più i servizi.
Ci sono altre offerte? Il minimo d’asta, però, è già fissato, dalla Legge.
Si tratta dei L.E.A., ovvero Livelli Minimi di Assistenza, che lo Stato è tenuto ad
erogare sul territorio. Questo concetto assieme alla volontà di ripristino dei reparti
storicamente esistiti, nonché la nomina dei primari e l’istituzione di almeno una specialistica, è esaustivamente trattato nel documento redatto dalle associazioni di Trebisacce, presentato l’11 novembre scorso di fronte ai 5mila manifestanti di piazza della Repubblica, e consegnato ufficialmente a tutti i 17 sindaci del comprensorio.
Ecco chi ha aderito, ad oggi, al nostro documento: Nocara, Montegiordano, Oriolo, Castroregio, Villapiana, Albidona, Cassano. Ringraziamo, e intanto siamo in attesa fiduciosa, dell’adesione
delle restanti amministrazioni.
E Trebisacce? sede della struttura e comune capofila del distretto sanitario,
al contrario di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, non si è ancora espressa a riguardo.
La riunione organizzata dal Comune di Trebisacce in data 27/11/2009 ha deluso le associazioni perchè non operativa. Un’ occasione persa per poter finalmente discutere e confrontarsi sul nostro documento, il cui contenuto riassumiamo per punti:
1. Dotazione del Presidio di Trebisacce di almeno 100 posti letto con previsione già nel piano di rientro in corso di elaborazione alla Regione Calabria.
2. Attuazione immediata delle prescrizioni di luglio 2009 dei NAS per mettere a norma le due, e dico due, sale operatorie.
3. Riapertura di tutti i reparti chiusi, compreso l’intero blocco operatorio.
4. Potenziamento dei reparti esistenti.
5. Proposte tecniche (già elaborate) per le specialistiche.
Al di sotto di queste richieste, estrapolate dai minimi legali della normativa vigente, l’ospedale è condannato inevitabilmente alla chiusura.
Questo concetto è stato ormai recepito dai più, perché Trebisacce continua ad ignorarlo?
Questo è quanto. Il resto è miopia o cinico calcolo politico.
Le associazioni di Trebisacce.
giovedì 3 dicembre 2009
I mostri continuano ad attaccare l'ospedale
Ecco, in video, i mostri in azione. Ci divertiamo? Anche, ma non solo. Stiamo lavorando, e lavorando sodo. Dopo la manifestazione dell’11 novembre scorso, le associazioni continuano a lavorare con serietà e determinazione con l’obiettivo di ottenere risultati importanti e risolutivi. Vi terremo aggiornati in merito. Non abbiamo mollato e non molleremo. Un caro saluto a tutti quelli che hanno a cuore l’ospedale di Trebisacce, ed anche a voi : non mollate!
Officine Grunf.
Per visionare il video su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=JzELXv6J-hQ
Officine Grunf.
Per visionare il video su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=JzELXv6J-hQ
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